L’Infinito…e oltre!
Organizzare una uscita didattica è una cosa piuttosto semplice: basta compilare un modulo, prenotare gli scuolabus e sperare che il tempo ci assista. A volte capita, come nel nostro caso, che sia tempo brutto e bisogna, a malincuore, rimandare, soprattutto perché trovare di nuovo i pulmini disponibili è un’impresa non da poco. Ma a volte capita, come nel nostro caso, e finalmente si può partire. L’euforia dei bambini è praticamente palpabile e fin dal principio capisci che non sarà una giornata qualunque. Ci si mette tutti in fila, si scendono le scale e si esce dalla scuola; stando ben attenti ai semafori e alle macchine si arriva in Piazza Roma dove i due scuolabus, gialli come il sole, ci aspettano. Una volta partiti, la realtà si trasforma in fantasia. Tutto ad un tratto siamo sulle montagne russe, tra ripide salite e curve vertiginose, finché un boato riecheggia nel pulmino: il mare! Per fortuna nessuna siepe ad “escludere il guardo dall’ultimo orizzonte”. Poi, dopo poco, come per magia, il mare si è spostato a destra. Il fatto suscita non pochi dubbi, ma non c’è troppo tempo per rifletterci perché già è giunto il momento di scendere.
“Interminati spazi, sovrumani silenzi e profondissima quiete”…l’azienda agricola ha le sembianze del paradiso: solo verde intorno a noi, sotto un sole che sa d’estate; due asinelli e un cavallo ci guardano perplessi. Il tempo di dividersi in gruppi e partiamo per il nostro itinerario. Tanti i momenti da ricordare in una mattinata così speciale: il bambino che si domanda se l’asinello che si fa accarezzare sia davvero buono oppure cattivo, la risata scrosciante dei bambini al belare delle pecore, le tre papere starnazzanti che allontanano il tacchino per beccare il mangime lanciato dai bambini, la meraviglia di fronte ai vitelli ed ai conigli, lo sguardo del toro che si affaccia dal muretto per capire chi è che viene a disturbare la sua quiete, il bambino che, cullato dalla voce di Cecilia, che racconta di alcune api che si mettono all’entrata dell’arnia e muovono le ali solo per far fresco all’interno, comincia a dondolare e trovata la spalla di un compagno si addormenta. “Così tra questa immensità s’annega il pensier nostro”. Non rimane che dar libero sfogo alla irresistibile voglia di correre sopra a quel magnifico prato e poi via…risalire sulle montagne russe, verso l’infinito…e oltre!